Analisi fattori di muffa in casa

Nel periodo invernale in molte case compare l’incubo delle muffe su muri e soffitti, altre volte addirittura sui mobili e nei capi di vestiario contenuti negli armadi, ma vediamo meglio da cosa dipende questo particolare fenomeno, se veramente è causato dalla nostra casa tramite il “vettore edile” o viene causato dallo stile di vita che si conduce all’interno dell’abitazione.

Ebbene la maggior parte dei fattori che scatenano la formazione di muffe in casa è dovuto a costruzioni che presentano criticità oppure allo stile di condurre l’abitazione da parte di chi ci abita, mentre alcune volte abbiamo la somma di entrambi i fattori.

La DIEMME ARTE CASA S.r.l. su richiesta del cliente esegue accurate verifiche tecniche sugli immobili e redige un report o dettagliata relazione tecnica su quanto riscontrato, analizzando la situazione esistente tramite scansioni termografiche, rilievi igrometrici, analisi con data logger, osservazione dell’immobile e della disposizione del suo contenuto, permettendo di definire il “quadro” della situazione e permettere ai proprietari di casa di attuare le oppurtune “correzioni” per eliminare la muffa dalla propria casa.

Questo tipo di consulenza tecnica trova diverse applicazioni, come ad esempio nella casistica sempre più diffusa di generare un supporto legale in situazioni di contenzioso tra il proprietario di casa e l’inquilino, dove il proprietario di casa dice che la casa è sana e non ha mai avuto problemi di muffe, mentre l’inquilino sostiene che la muffa si è presentata fin da subito appena è entrato ad abitare… chi ha ragione? Purtroppo le responsabilità di un padrone di casa associate alla presenza di muffa esistono. Prima di tutto il proprietario di casa deve mettere a conoscenza l’inquilino o il futuro inquilino della situazione di muffa esistente nel caso ne sia a conoscenza, ulteriormente il proprietario di casa deve agire per risolvere velocemente il problema della muffa e la causa che lo genera, ma se non ne conosce la causa come fa a eliminare la muffa?

Un proprietario di casa che non mette a conoscenza l’inquilino sull’esistenza di problemi legati alla muffa nell’immobile che stà locando o che non risolve un problema legato alla presenza della muffa può essere ritenuto responsabile per eventuali danni subiti dall’inquilino. Se non per sua responsabilità, magari per cause di negligenza dell’inquilino, il proprietario di casa deve dimostrare l’origine della muffa in modo accurato al fine di  non essere responsabilile dei problemi di salute e tutti i costi sostenuti dall’inquilino a causa della presenza di muffa tossica.

Affrontando il problema da un punto di vista della fisica – tecnica va osservato l’alloggio quale area abitativa sottoposta ad indagine, analizzando le temperature e umidità dell’aria, l’umidità dei muri in superficie ed in profondità e questo permette di definire in modo accurato da cosa dipendono le formazioni di muffe, anche confrontandosi con il diagramma di Mollier, sotto riportato sotto forma di tabella per una lettura più pratica, che aiuta a capire i parametri di temperatura in cui si forma la condensa dell’umidità sulle pareti al raggiungimento del cosidetto “punto di rugiada” nelle cui zone poi si formano le muffe.

In modo teorico, all’interno di un’abitazione l’umidità relativa dovrebbe essere uguale all’umidità relativa presente all’esterno, ma nella realtà esistono delle variabili determinate dalla presenza delle persone che producono un aumento di umidità, sulla base di attività fisiologiche come la respirazione e la sudorazione, poi si sommano le attività funzionali come ad esempio le pentole sul fuoco, lavare i piatti con acqua calda, lavare la biancheria a mano o lasciandola in ammollo, lavatrici, asciugatrici, ferro da stiro a vapore, doccia giornaliera dei vari componenti della famiglia, asciugatura capelli, asciugatura di abiti, presenza acquario, piante in vaso con terra, vaso dei fiori con acqua, ciotola acqua del cane, ecc.

Per riuscire a mantenere un livello di umidità relativa di confort si dovrebbe rimanere intorno al 50% di umidità relativa all’interno dell’abitazione e quella in eccesso è acqua da smaltire tramite sistemi che eventualmente devono interaggire con quanto avviene costantemente ed in modo naturale tramite la modesta traspirazione degli involucri edili.

Sommariamente si possono riassumere in un alcune tipologie le cose da verificare durante un sopralluogo tecnico:

  • Presenza di isolamento termico insufficiente
  • Presenza di ponti termici
  • Ecessiva umidità relativa
  • Scarsa Ventilazione dei locali
  • Eccessiva formazione di umidità interna
  • Presenza di infiltrazioni derivanti dall’esterno
  • Presenza di umidità di risalita capillare
  • Presenza di perdite da tubazioni
  • Temperatura ambientale
  • Tipologia di impianto riscaldamento
  • Tipologia serramenti
  • Presenza mobili ingombranti a eccessiva copertura pareti perimetrali
  • Presenza di ementi in C.A. direttamente esposti all’esterno

Riconoscere una condensazione di superficie tramite il confronto con il livello della temperatura di rugiada è sicuramente importante, ma un fattore che spesso viene trascurato è la possibilità di trovarsi in presenza di formazioni di umidità interstiziale nelle zone di muro con intercapedini, in cui la formazione di condensa si manifesta nel lato interno della parete e  poi dalla zona dell’intercapedine si trasmette una bagnatura per capillarità alla struttura edile circostante, creando a volte delle sovrapposizioni di effetti.

Questo metodo di indagine, permette non solo di evitare o risolvere i contenzioni eventualmente formatesi come nell’esempio sopra citato, ma sopprattutto di capire l’origine del problema per potere bonificare le muffe e che tipo di opere realizzare prima di intervenire con soluzioni consigliate in modo approssimativo o frettoloso tipo pitture termiche, cappotti termici esterni o interni, impianti di recupero di calore, ecc., che in molte situazioni possono dimostrasi spese inutili e non risolutive, in quanto non era stato analizzato correttamente il problema.

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